Pmi: credito d’imposta per fiere internazionali
L’articolo 49 (Decreto Crescita), al fine di migliorare il livello e la qualità di internazionalizzazione delle Pmi italiane, ha istituito per il periodo d’imposta 2019, un credito d’imposta attribuito nella misura del 30%, fino ad un massimo di 60.000 euro, a copertura dei costi di partecipazione ad eventi fieristici internazionali.
Come si evince dall’ultima nota diffusa dallo studio commerciale Cadau&Associati di Cagliari, possono rientrare tutte le spese sostenute dall’impresa per la partecipazione a manifestazioni fieristiche di settore, di carattere internazionale, ossia svolte fuori dai confini nazionali.
Nello specifico, ad esempio, le spese per l’affitto degli spazi espositivi, per il loro allestimento per le attività pubblicitarie, di promozione e di comunicazione connesse alla partecipazione.
Il credito d’imposta dovrà essere ripartito in tre quote annuali di pari importo, utilizzabili esclusivamente in compensazione.
Definite le macro-voci di spesa agevolate e le modalità di fruizione del bonus fiscale occorre capire cosa manca per dar piena operatività al credito d’imposta.
Più nel dettaglio occorrerà allora definire:
- l’elenco delle manifestazioni fieristiche internazionali di settore per cui trova applicazione il credito di imposta;
- le tipologie di spese connesse alla partecipazione/iscrizione alla fiera ammesse al beneficio;
- le procedure di recupero nei casi di utilizzo illegittimo dei crediti d’imposta, secondo quanto stabilito dall’articolo 1, comma 6, del D.L. 40/2010, convertito, con modificazioni, dalla 73/2010.
Un aspetto critico dell’agevolazione riguarda le risorse stanziate e le modalità di assegnazione delle stesse: l’ammissione al beneficio avverrà infatti secondo l’ordine cronologico di presentazione delle relative domande, nel rispetto dei limiti finanziari posti dalla norma istitutiva che prevede, per l’anno 2020, uno stanziamento di risorse, pari a soli 5 milioni di euro.
Nessuna novità, invece, in merito all’ordinaria attività di controllo svolta da parte dell’Agenzia delle entrate: qualora la stessa accerti l’eventuale indebita fruizione, totale o parziale, del credito d’imposta, ne darà comunicazione al Mise, che provvederà al recupero del relativo importo, maggiorato di interessi e sanzioni secondo legge.